Elisabetta Bucciarelli

bucciarelli Scrivo dunque sono è sia un manuale con esercizi per spiegare come utilizzare al meglio parole e linguaggio, ma anche una raccolta delle tue esperienze nei vari corsi che tieni: quali sono secondo te gli elementi imprescindibili per poter scrivere? è sufficiente il talento?
Per scrivere non serve avere niente in particolare, per raccontare invece, è necessaria una storia. Per pubblicare una storia, uno stile e una voce.
Il talento e il carattere dovrebbero camminare affiancati. Spesso il carattere, ovvero la determinazione a voler pubblicare, è più importante ed efficace del talento. Ma il talento, prima o poi, viene allo scoperto, sempre.

Elisabetta Bucciarelli è autrice di noir riconosciuti e tradotti anche all’estero. Nelle sue trame c’è la cura maniacale del dettaglio, una forte propensione ai sentimenti, ai valori e alle figure femminili: come misceli tutti gli elementi? hai una ricetta segreta o segui l’istinto?
I miei libri nascono da un’attenta osservazione di tutto ciò che mi circonda, dalle mie esperienze emotive e dalle rabbie. Quando ho una storia cerco sempre la forma e il linguaggio adeguato per renderla al meglio. Lavoro d’istinto e poi “di lima”, con un’attenzione quasi maniacale alle parole.

Racconti in sala d’attesa raccoglie anche un tuo scritto e ogni volta che ne parli mi sembra di leggere un entusiasmo contagioso: pensi che la lettura possa avere un potere taumaturgico?
Penso che la lettura sia una cura per l’anima. Per questo è necessario prestare molta attenzione alla scelta di autori e storie e lasciarsi consigliare da chi può farlo perché ha il tempo per leggere prima di noi.
Racconti in sala d’attesa e ora il secondo volume, Le favole dell’attesa, sono un progetto che vuole portare i libri negli ospedali, luoghi dove esiste il tempo per leggere ma anche la necessità di spostare la nostra attenzione dal qui e ora, di vivere esperienze significative mentre aspettiamo referti, visite mediche, diagnosi. Un racconto, se ben scritto, è in grado di trascinarci in altri mondi, riempiendo il vuoto e mitigando gli stati d’animo alterati dall’ansia. Per ogni copia venduta di queste antologie, una copia verrà donata a un ospedale, da lasciare nelle sale d’aspetto a disposizione di tutti.
Ho partecipato con entusiasmo a questo progetto perché penso che la lettura e la scrittura abbiano una forte componente di autoterapia. Ristrutturano il pensiero, mettono distanza tra noi e il nostro vissuto, ci permettono di metabolizzare meglio le nostre esperienze emotive.

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