Newsletter n. 390

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Seriamente.
Spesso mi trovo a pensare all'opportunità a meno di andare avanti a fare cose, divertirci, ridere e scherzare quando di fianco a noi infuria la guerra.
E ovviamente in questi giorni si ripete questo pensiero che si era fatto strada già altre volte in precedenza.
E quindi è giusto "far finta di niente"?
Si cerca di non fare finta di niente, ma allo stesso tempo prevale la questione che i nostri bambini non possono comprendere perché ci si fermi. I nostri bambini hanno bisogno e diritto (come tutti i bambini del mondo) a crescere e imparare e divertirsi.
E, come spesso accade, mi rifugio nei libri perché vale sempre lo stesso discorso: é difficile comprendere, ma bisogna cercare di farlo e i libri ci aiutano molto in questo.
Quindi no, non mi fermo, non sarebbe giusto, anche perché qui si fa un lavoro importante (perdonate la modestia), qui si cerca di dare strumenti ai bambini e agli adulti per capire e per avere senso critico.
 
I libri ci parlano della realtà, ci raccontano che un mondo migliore è possibile. Diamo ai bambini e ai ragazzi libri per capire la realtà e per viverla nel modo più sereno possibile. Perché saranno loro un giorno a prendere le decisioni nel mondo.
 
La prossima settimana è davvero ricca di appuntamenti.
Ce n'è uno al giorno, per grandi e bambini.
Vi chiedo quindi di venire a rifugiarvi nei libri, a vivere bellezza, a condividere pensieri ed emozioni insieme a noi.
 
 
Carmen@librialsette.it / 3496130374

https://www.bookdealer.it/libreria/110/libri-al-sette?sls=1

"Non come chi vince sempre, ma come chi non si arrende mai" Frida Khalo

PALESTINA - The Passenger - Iperborea Ed.

«Unisci i puntini per riconoscere il mostro» suggerisce Amira Hass, giornalista israeliana trapiantata in Cisgiordania, in una lucidissima analisi dell’occupazione delle terre palestinesi conquistate da Israele nel 1967. Se la frammentazione dello spazio fisico con muri, strade, insediamenti e posti di blocco è parte integrante della strategia usata dallo stato occupante per tenere la Palestina sotto il proprio controllo, è attraverso l’accumulo e la giustapposizione di storie individuali e collettive che la sofferenza e i danni inflitti vengono fuori in tutta la loro entità. I puntini da unire in questo volume sono cronache di vite palestinesi: a Ramallah, a Gaza, a Gerusalemme, a Jenin, a Hebron, in Israele, nella diaspora. Raccontano modi diversi di vivere l’occupazione e di resisterle: c’è chi, ritrovandosi coloni israeliani nella propria casa, la sente sulla propria pelle ogni giorno e chi, costretto all’esilio, ne perpetua il ricordo nella memoria e nella letteratura. Ci sono le donne che alle pene dell’occupazione devono aggiungere quelle di una società conservatrice e ultrapatriarcale. C’è una generazione che ha conosciuto la speranza di una possibile soluzione del conflitto, e un’altra – gli oltre due terzi della popolazione palestinese che ha meno di trent’anni – che alla firma degli Accordi di Oslo nel 1993 non era ancora nata e per tutta la vita ha conosciuto solo l’occupazione e il soffocante governo sempre più autoritario (e sempre meno efficace) dell’Autorità nazionale palestinese, per non parlare di quello di Hamas a Gaza. C’è chi si è rassegnato, chi è fuggito e chi, per scelta o necessità, è rimasto e resiste. E se l’occupazione israeliana è il contesto obbligato, la ricchezza dell’esperienza umana e l’individualità delle voci e delle situazioni che animano questo paese frammentato rappresentano il tratto che unisce i puntini: disegnando sì un mostro, ma in negativo, mettendo cioè in risalto il coraggio di chi resiste, la capacità di reagire quotidianamente al trauma individuale e collettivo, la pazienza, la forza e l’ostinazione che essere palestinesi comporta.

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INFORMAZIONI

ORARIO:

LUN CHIUSO

Da Martedì a Venerdì 9-12 / 15.30 - 18.30

Sabato 9.30-12 / 15.30 - 18.30

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